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Dopo timidi segnali di ripresa è quasi sicuro che nel 2017 il settore fieristico ricomincerà a crescere, nonostante alcune imprese e settori possiano risentire degli accadimenti politici globali e del loro possibile impatto sugli scambi commerciali a livello internazionale, spiega il ceo di allestimenti fieristici a Milano.

Fatturati in crescita, meno per Germania e Italia, ancora poco brillanti
Una prima evidenza è che la maggioranza degli organizzatori di fiere prevede fatturati in crescita, soprattutto in Messico, Usa, Brasile, Russia e Cina, con elevate percentuali di ottimismo in tutta l’area dell’Asia-Pacifico, entusiasmo più contenuto in Medio Oriente e incertezza in Sudamerica. Positiva la situazione in tutti i mercati d’Europa, dove l’80% degli organizzatori ed allestitori fieristici prevede di crescere, fatta eccezione per Germania e Italia, dove le aziende si aspettano un 2017 più debole dell’anno precedente.

Le sfide di business per gli organizzatori fieristici
Interrogati su quali sono le maggiori sfide di business chi saranno chiamati a rispondere quast’anno, gli organizzatori di fiere hanno indicato ai primi posti, come negli anni passati, lo stato delle proprie economie nazionali e l’incertezza economica globale. Ma, segnala UFI, le questioni di scenario economico quest’anno sembrano avere meno rilevanza, laddove emerge invece più forte il tema della concorrenza all’interno del settore. Altri fattori di criticità sono le problematiche aziendali interne (in particolare il tema delle risorse umane) e l’impatto della digitalizzazione, inteso innanzi tutto come necessità di rispondere alla domanda di digitalizzazione dei clienti.

L’incognita dell’impatto Brexit e Trump
Molto rilevanti, a detta delle imprese, saranno le potenziali conseguenze dei recenti avvenimenti politici (la Brexit e l’elezione di Trump in particolare): il 45% delle imprese fieristiche prevede che avranno un impatto molto o abbastanza negativo sul loro business, contro il 20% che non si aspetta alcun effetto negativo e un 20-30% che non fa previsioni. E i più preoccupati, non a caso, sono gli operatori messicani (60%) e americani (54%).

I trend di sviluppo strategico fra nuove attività ed espansione geografica
In termini strategici, le aziende del settore fieristico si orientano su due filoni: lo sviluppo di nuove attività e l’espansione geografica. Il trend dominante è quello dello sviluppo di nuove attività, sottoscritto dall’85% delle imprese a livello globale: la maggior parte (57%) intende ampliarle nell’ambito tradizionale fieristico, mentre il 24% progetta di dedicarsi anche al nuovo, per esempio eventi live o eventi virtuali. In termini di espansione geografica delle attività, invece, solo il 39% delle imprese prevede di avviare quest’anno operazioni in nuovi paesi, contro il 61% che rimane stabile dove già si trova.

Il focus sull’Italia
Il focus specifico sull’Italia evidenzia aspettative in calo per la seconda parte dell’anno: il 76% delle imprese fieristiche prevede fatturati in aumento nella prima metà del 2017 e solo il 56% mantiene la stima di crescita per il secondo semestre. In linea con i colleghi internazionali, il 50% degli italiani si aspetta effetti negativi (per lo più moderati) dai recenti avvenimenti politici; in termini di strategia, il 33% avvierà quest’anno operazioni in nuovi paesi e il 71% svilupperà nuove attività, ma tutte in ambito tradizionale: nessuno prevede infatti di dedicarsi anche ad altri tipi di eventi live o agli eventi virtuali.

Di admin

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